lunes, 21 de febrero de 2011

Chi paga le riparazioni di un’appartamento in affitto?


Questo è un argomento che genera constanti conflitti fra proprietari e locatari però, trattandosi di una cuestione di scarsa cuantità economica, di solito non finisce nei tribunali, per cui non ci sono molti criteri di giurisprudenza al riguardo. Il problema nella vita reale è molteplice e diverso, mentre che nei tribunali ottiene poca ripercussione.
La radice del problema è sapere, di fronte ad un danno o ad un’avaria nell’immobile o in qualcuno dei suoi elementi fissi o mibili, chi ha l’obbligo di effettuare le riparazioni.
Il primo criterio è semplice: “chi rompe paga”. Se si può determinare il colpevole non c’è possibilità di dibattito. Se la tazza del bagno si è ostruita, arriva l’idraulico e trova un’oggetto dentro che non dovrebbe stare li (per esempio assorbenti), la riparazione la paga il locatario.

Secondo criterio: importanza dell’elemento e del guasto. Il proprietario è obbligato, senza per esso elevare l’affitto, a realizzare tutte le riparazioni necessarie per conservare l’immobile nelle condizioni di abitabilità per servire all’uso pattuato, fatta eccezione quando il deterioramento per il quale sia richiesta una riparazione sia imputabile al locatario. Le piccole riparazioni dovute al logorio per l’uso giornaliero dell’immobile saranno a carico del locatario. Quindi la riparazione di una tuberia la paga il proprietario, la riparazione di persiane, lavandini, prese di corrente, maniglie della porta, sarrature di porte e finestre e cose del genere, le paga il locatario.


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